La primavera della quarantena
Cosa resta
della povera carne
quando sotto il cielo di marzo
il ciliegio fiorisce
nonostante il contagio
E non contano le nostre lacrime
se, cadendo uno per uno,
non c’è primula che non spunti
O rondine che non torni
Non importa se abbiamo paura
il sole sorge e tramonta
mentre guardiamo dalla finestra
l’inesorabile andare del giorno
Siamo briciole di un universo
che crediamo ci appartenga
con il solo potere
di non sprecare
il tempo, tanto o poco, che ci è destinato.
Alba nel porto
Nel porto deserto
popolato di sole barche
immobili agli ormeggi
Qui
dove più nitido appare il riflesso
sullo specchio d’acqua
che la notte addensa
e di ora in ora lentamente scioglie
Di fronte all’orizzonte
acceso dal muto albeggiare di settembre
sul paese addormentato
Io ti vedo passeggiare
sul molo.
Hai gli occhi stanchi
e il passo lento
mentre cerchi nel cielo
quel che resta della luna
e la luce del giorno
già ti illumina la fronte.
Antonietta Cianci è nata a Napoli il 19 luglio 1980. Dopo essersi laureata in Lettere classiche ed aver conseguito l’abilitazione all’insegnamento si è trasferita a Bergamo dove lavora come docente. E’ autrice di una raccolta poetica,“Radici” edita da Transeuropa edizioni nel 2020.
(In copertina: foto di Costantino Tuccori)