ROSSO A TERRA
Il Tulipano coppa di luce
ha versato oro vivo nelle mie ferite.
È successo ieri.
E oggi le labbra
già sorridono di nuovo
alla lingua che le ha amate,
rimettendoci la bocca.
Intanto
nella coppa si rifonde,
a tempo perduto,
il metallo liquido che la corroderà domani,
alchimia perfetta.
Polvere alla polvere,
carne per la mia carne.
Anch’io ho una lingua irrequieta
protesa verso i miei bordi,
ma non trabocca mai questo cuore
fuori dalla teca
e mi ossessiona lo sciabordìo contro le pareti cave.
Quanto al foro che vi ho scavato
– sì, io l’ho fatto! –
è troppo lento il suo lavoro.
Volevo sentirlo andare a fondo
per sapere se ha un suo peso
o esistenza da asceta;
sapere
se dentro ho fiumi di crepuscoli
o un’urna attraversata da venti.
Voglio vedere,
finalmente,
cosa ha pianto dalle mie ferite.
QUESTA NOTTE
Questa notte
verrà
un dolore.
Lo sento covare.
Mi stanerà
a calci e colpi bassi.
Mi torcerò,
e griderò
dentro a un pozzo di lenzuola
la preghiera
del muto.
E sordo
sarà il buio;
bianco,
il sonno;
ad occhi chiusi,
il mattino.
OGGI
Ti ho accompagnato a sparire
perché il mattino me l’ha chiesto:
lui che è azzurro, immenso,
sommerso e crudele
come il cielo,
che è un volo del pensiero
con grida gettate
nella quiete apparente,
ganci di ferro nero
in un mare che sale
– e su di me ricade.
Mi sei accanto e non ti vedo;
cammini con me e non ti sento,
finché non ti lascio
all’angolo di una strada.
E lì,
resti.
Senza annotare la piega della mia bocca,
la sottile linea in ombra che sono,
né ciò che mi muore dentro.
Oggi sarò io
quella che non torna.
E tu non mi trovi,
da quando
non ci sono più.
PRIMA CORDA
Prima che si stringano
i nodi al cuore,
le tue parole,
lascia ch’io possa, ti prego,
spiegarmi intera
e ovunque – intorno a te avvolta.
Prima che ogni cosa, qui,
mi si tramuti
in slancio farsesco,
prima che
mi si adombrino le foglie d’anima –
liberami dal tuo amore,
ma tienimi stretta,
che io non so stare
in tua assenza
sognando la tua presenza;
ch’io dispero, mentre tremo.
E ti temo,
eppure ti resisto accanto.
Su di te mi aggrumo – su di te
io mi amo,
e ti amo,
ed è continuo schianto.
Sofia Ciriello vive ad Arezzo ed è interessata all’arte e alla traduzione. Collabora con StreetBook Magazine e Walrus Academy. Alcune sue poesie sono apparse su De-Siderium, un racconto nella rivista Sulla quarta corda. Queste poesie sono tratte dalla sua prima raccolta ancora inedita Gradi di separazione.
(In copertina: foto di Valentina Di Cesare)