Rosa e l’amore
Rosa mangia, è insieme al marito.
Sua figlia è di fronte: non le piace il riso.
Sputa nel piatto, non ne vuole sapere.
Il marito si alza, urla e si lancia: vuole colpirla.
Rosa è muta.
Rosa li guarda. Non sa che fare.
Rosa non muove, ha paura ad agire.
Rosa si arresta: un flash dal passato.
Rosa rivede: è sé stessa bambina.
Rosa è sola, piange e ha paura.
Rosa non mangia: il fagiolo fa schifo.
Il padre si alza, urla e si lancia: vuole colpirla.
Rosa non mangia: è il suo dente nel piatto?
Suo padre rimprovera: questo o nient’altro.
Rosa è più grande: la storia è la stessa.
Suo padre la picchia: che cazzo, pure lo smalto?
È rosso vermiglio: da puttana in ascesa.
Rosa si spiega: nessuna pretesa.
L’uomo la picchia.
Il sangue è lo smalto.
Rosa si sveglia: oggi è già adulta.
Rosa si lancia, difende sua figlia.
Incassa lo schiaffo di suo marito.
È carico di odio e fa male un pochino.
Rosa si volta, si gira e si mostra.
È rosso il volto, brucia ed è vivo.
Mostra il suo ardore, la sua convinzione.
Rosa non si umilia.
Rosa sorride: ha salvato sua figlia.
Ditemi voi: forse si illude?
Rosa ne è certa: questa è la fine.
L’ultimo giorno è già finito.
Nessuna altra Rosa sarà piena di spine.
Michele Luciano, laureato in Lettere moderne e Filologia moderna con una tesi dedicata ad Elsa Morante e Alberto Moravia. Vorace lettore, appassionato di letteratura ottocentesca e novecentesca. Lavora a Milano come insegnante nella scuola pubblica secondaria di primo grado.
(In copertina: foto di Raffaele Auteri)